Per i professionisti l’entrata in vigore del Nomenclatore sarà un grande passo indietro per la sanità regionale

FIRENZE, 26 APRILE – “Il nuovo Nomenclatore Tariffario Nazionale mette a rischio non solo la sostenibilità del Sistema sanitario regionale ma la stessa garanzia dei servizi nelle aree interne, a cui il D.M. 77/22 pone la massima attenzione”. A dirlo è Fabio Bracciantini, Presidente dell’Ordine Interprovinciale dei Fisioterapisti di Firenze, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato a margine di un incontro un incontro che si è tenuto il 23 aprile scorso nella Sede del Consiglio Regionale con il Presidente della III Commissione del Consiglio Regionale Enrico Sostegni e il Direttore Sanità, Welfare e Coesione Sociale Federico Gelli, su iniziativa dell’OFI Interprovinciale di Pisa, Livorno e Grosseto. Per gli Ordini della Toscana erano presenti anche Gino Petri e Virginia Cambri (rispettivamente Presidente e Segretaria dell’OFI PI-LI-GR) e Serena Martini (Tesoriera OFI Siena).

Con la Delibera 595/05 la Regione Toscana ha portato negli ultimi 20 anni elementi innovativi anche in fisioterapia. Le prestazioni appropriate, legate alla diagnosi di patologie semplici e prescrivibili anche dal MMG/PLS, hanno permesso alla nostra Regione di dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini con una presa in carico appropriata e dove ogni professionista coinvolto è informato attraverso una rete di report di fine trattamento fisioterapico e relativo esito. Questo conferma l’importanza del coinvolgimento del MMG/PLS nella presa in carico fisioterapica di pazienti con condizioni clinico-funzionali non complesse, fornendo uno strumento ragionato e validato a supporto dell’appropriatezza prescrittiva. Inoltre con l’approvazione del PSR 2008-2010 in Toscana la Sanità di Iniziativa è diventato un elemento fondante del Sistema Sanitario, che negli anni ha portato la nostra Regione ad essere un modello virtuoso e d’avanguardia.

L’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore Tariffario Nazionale, ulteriormente slittato al 1 gennaio 2025, prevede però la riconduzione delle prestazioni a singole prestazioni, senza alcuna correlazione con la diagnosi (rischio inappropriatezza); inoltre tutte le valutazioni funzionali riportano la nuova dicitura “con refertazione”, che rischia di essere interpretato come “un atto medico” divenendo, in sostanza, una visita specialistica in più necessaria per accedere ai percorsi di fisioterapia.

I fisioterapisti hanno quindi espresso le proprie preoccupazioni per l’entrata in vigore del nomenclatore a causa delle ripercussioni peggiorative rispetto ai modelli organizzativi e all’investimento di risorse fatti in questi anni dalla Regione, e anche per le ricadute che avrebbe sui servizi ai cittadini:

  • una riduzione dei livelli di appropriatezza;
  • l’aumento dei tempi d’attesa a danno dei cittadini (soprattutto nelle Aree Interne, in condizioni di cronicità e/o fragilità);
  • la duplicazione di prestazioni e visite, con conseguente aggravio dei costi;
  • la perdita dell’ormai consolidata autonomia dei fisioterapisti e degli altri Professionisti Sanitari;
  • la perdita del rapporto e del confronto diretto con MMG e altri specialisti (neurologo, ortopedico, pneumologo, ecc.) con i quali i fisioterapisti hanno strutturato percorsi virtuosi (chirurgia della mano, linfedema, senologia e così via).

Inoltre per la gestione della cronicità e della fragilità in un periodo di scarse risorse umane ed economiche occorre prevedere modalità più snelle di presa in carico, anche attraverso l’accesso diretto al fisioterapista da parte di utenti cronici e/o fragili che necessitano di interventi di consulenza e addestramento: resta inteso l’indispensabile rapporto con il MMG. Così come per gli infermieri, gli OFI hanno proposto l’avvio di un percorso di evoluzione dove la Regione diventi “elemento facilitatore” tra Ordine dei Fisioterapisti e Ordine dei Medici, anche attraverso l’istituzione di un tavolo di confronto e di lavoro che possa prevedere la prescrizione, da parte del fisioterapista del SSR, di ausili semplici per l’autonomia e indispensabili nei processi di continuità Ospedale-Territorio. Deve essere quindi permesso ai cittadini l’accesso alla fisioterapia ogni qualvolta il loro stato di salute necessiti di un intervento fisioterapico appropriato, in un’ottica di garanzia, sicurezza, appropriatezza, tempestività ed equità delle cure come previsto dalla Carta Costituzionale.

Sostegni e Gelli si sono dimostrati sensibili alle istanze dei rappresentanti degli Ordini, e hanno condiviso le loro preoccupazioni circa le ricadute sui cittadini e sulla sostenibilità del sistema. L’incontro si è concluso convenendo che la Toscana si è sempre dimostrata innovativa su modelli e processi e pertanto non è possibile pensare ad un “ritorno al passato”, soprattutto alla luce degli ottimi risultati raggiunti e di quanto successo durante la recente emergenza sanitaria, di cui i nuovi LEA 2017 non tengono assolutamente conto.

L’auspicio di tutti è che possa esserci un cambio di passo a livello nazionale attraverso un’importante interlocuzione delle Federazioni (FNOFI, FNOPI, FNO TSRM-PSTRP) con il Ministero della Salute, non solo per la revisione dei LEA ma per l’istituzione del Nomenclatore delle Professioni Sanitarie.

Inoltre i rappresentanti degli OFI e della Regione hanno condiviso alcune strategie in risposta ai temi posti tra cui:

  • Prevedere la possibilità di una valutazione funzionale fisioterapica, come previsto dalle Leggi Nazionali in vigore, e prescrivibile dal MMG/PLS e tutti gli specialisti.
  • Una risoluzione del Consiglio Regionale, con primo firmatario il Presidente Sostegni, da sottoporre a tutte le forze politiche e che impegni l’Assessore alla Salute a farsi promotore di un Ordine del Giorno presso la Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni che comprenda le istanze illustrate e che possa trovare ampia condivisione tra gli Assessori delle altre Regioni.

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